Le 10 erbe velenose in Italia da conoscere ed evitare in escursione

Le 10 erbe velenose in Italia da conoscere ed evitare in escursione

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Tempo di lettura: 6 minuti

In ogni avventura tra le montagne italiane o le dolci colline dell’Appennino, è importante conoscere le insidie ​​naturali che possiamo incontrare, come le erbe velenose.

Anche chi ha grande esperienza di escursionismo sa bene che una piccola distrazione può portare a conseguenze indesiderate.

Scopri le 10 erbe più velenose in Italia da evitare durante le escursioni.

Una guida essenziale per riconoscere e proteggersi dalle piante più pericolose, dai sintomi agli habitat comuni.

Escursioni sicure e consapevoli per chi ama la natura!

Ecco un elenco delle 10 piante velenose più comuni in Italia, per riconoscerle e proteggersi.

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Aconito (Aconitum napellus)

Le 10 erbe velenose in Italia da conoscere ed evitare in escursione
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Pericolosità massima: Considerata la pianta più velenosa d’Italia, causa effetti letali anche con semplici contatti. La tossicità dell’aconitina colpisce rapidamente il sistema nervoso, portando alla paralisi respiratoria e all’arresto cardiaco.

  • Descrizione: Pianta dai fiori blu-violacei a forma di elmetto, cresce in montagna, soprattutto su terreni umidi.
  • Pericolosità: Contiene aconitina, un potente alcaloide neurotossico. Anche il semplice contatto può causare formicolii e intorpidimento.
  • Sintomi: Nausea, vomito, bradicardia, e nei casi gravi paralisi respiratoria.
  • Dove si trova: Alpi e Appennini, fino ai 2.000 metri.

Belladonna (Atropa belladonna)

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Estremamente pericoloso: il suo contenuto di atropina e scopolamina può causare sintomi letali come delirio, tachicardia e arresto respiratorio. È particolarmente pericoloso per i bambini che possono essere attratti dalle sue bacche nere.

  • Descrizione: Nota per i suoi piccoli frutti neri e lucidi e le foglie larghe, si trova nei boschi e terreni incolti.
  • Pericolosità: Ogni parte della pianta è tossica. L’ingestione dei frutti può risultare fatale, soprattutto per i bambini.
  • Sintomi: Pupille dilatate, febbre, delirio, e nei casi estremi coma.
  • Dove si trova: Zone boschive e collinari del centro-nord Italia.

Oleandro (Nerium oleander)

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Altamente velenoso: I suoi glicosidi possono provocare gravi aritmie e arresto cardiaco anche solo con una piccola quantità ingerita, rendendola letale per chi non interviene tempestivamente.

  • Descrizione: Arbusto ornamentale dai fiori rosa, bianchi o rossi, comune anche nei giardini.
  • Pericolosità: Tutte le parti sono altamente velenose; contiene oleandrina, un potente glicoside.
  • Sintomi: Disturbi cardiaci, nausea, vomito, aritmie e in dosi elevate può causare morte.
  • Dove si trova: Presente soprattutto nelle regioni costiere del sud Italia.

Cicuta (Conium maculatum)

Le 10 erbe velenose in Italia da conoscere ed evitare in escursione
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Tossicità elevatissima: Famosa per la sua storia letale già dai tempi antichi, la cicuta agisce velocemente sul sistema nervoso, causando convulsioni, paralisi e morte per soffocamento

  • Descrizione: Pianta alta con piccoli fiori bianchi ad ombrella e gambi maculati di rosso.
  • Pericolosità: La cicutina è un veleno mortale, famoso sin dai tempi antichi.
  • Sintomi: Vomito, convulsioni, paralisi progressiva e arresto respiratorio.
  • Dove si trova: Zone umide e incolte di tutta Italia.

Tasso (Taxus baccata)

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Molto pericoloso: contiene tassina, un veleno che provoca effetti letali sul cuore, rallentando il battito e causando confusione mentale, tremori e potenzialmente la morte.

  • Descrizione: Albero sempreverde con foglie aghiformi e bacche rosse; molto comune nei giardini.
  • Pericolosità: Tutte le parti, eccetto la polpa delle bacche, contengono tassina, tossica per il cuore.
  • Sintomi: Confusione mentale, rallentamento del battito cardiaco, tremori, coma.
  • Dove si trova: Boschi collinari e montani, oltre che nei giardini.

Digitale (Digitalis purpurea)

Le 10 erbe velenose in Italia da conoscere ed evitare in escursione
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Velenosa: I glicosidi cardiaci della digitale possono essere mortali se consumati in dosi eccessive, provocando gravi aritmie, disturbi visivi e arresto cardiaco.

  • Descrizione: Riconoscibile per i fiori a campanula di colore violaceo, è spesso coltivata a scopo ornamentale.
  • Pericolosità: Contiene glicosidi cardiaci, usati in medicina ma letali in dosi eccessive.
  • Sintomi: Nausea, vomito, aritmie, disturbi visivi, potenzialmente letali per il cuore.
  • Dove si trova: Zona collinari e montane dell’Appennino settentrionale.

Stramonio (Datura stramonium)

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Moderatamente tossico: Conosciuto per i suoi effetti allucinogeni, può causare delirio e tachicardia e portare a gravi problemi respiratori in caso di overdose.

  • Descrizione: Pianta con grandi foglie e frutti spinosi contenenti semi neri; conosciuta come “erba del diavolo”.
  • Pericolosità: Contiene alcaloidi come atropina e scopolamina, che causano allucinazioni.
  • Sintomi: Confusione, allucinazioni, delirio, tachicardia.
  • Dove si trova: Zone incolte e campi abbandonati, soprattutto nel centro-sud Italia.

Mandragola (Mandragora Autumnalis)

Le 10 erbe velenose in Italia da conoscere ed evitare in escursione
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Pericolosità notevole: Gli alcaloidi contenuti possono indurre sonno profondo, allucinazioni e arresto respiratorio. La pianta era nota per essere usata come narcotico, ma è estremamente tossica.

  • Descrizione: Piccola pianta con foglie rosette e frutti simili a piccole mele gialle.
  • Pericolosità: Radici e frutti contengono alcaloidi narcotici, potenzialmente letali.
  • Sintomi: Sonno profondo, allucinazioni, eccessiva salivazione, arresto respiratorio.
  • Dove si trova: Zone mediterranee e costiere del centro-sud Italia.

Delfinio (Delphinium spp.)

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Tossicità moderata: Sebbene meno letale rispetto alle prime piante in lista, i suoi alcaloidi possono comunque causare paralisi muscolare e disturbi respiratori se ingeriti in quantità elevate.

  • Descrizione: Pianta dai fiori blu intenso, simile all’aconito.
  • Pericolosità: Contiene alcaloidi tossici per il sistema nervoso centrale.
  • Sintomi: Paralisi muscolare, disturbi respiratori, e nei casi più gravi arresto respiratorio.
  • Dove si trova: Prati di montagna e radure delle Alpi e Appennini.

Efedra (Ephedra distachya)

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Pericolosità controllabile: Pur essendo tossica in grandi quantità, l’efedra è meno letale rispetto alle piante precedenti. Tuttavia, può causare un pericoloso aumento della pressione e dell’aritmia, rendendola comunque una pianta da trattare con cautela.

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  • Descrizione: Pianta cespugliosa con piccoli fiori verdi e bacche rosse, spesso usata a scopo medicinale.
  • Pericolosità: L’efedrina stimola il sistema nervoso e cardiaco, causando ipertensione e tachicardia.
  • Sintomi: Aumento della pressione arteriosa, aritmie, agitazione, e in casi estremi arresto cardiaco.
  • Dove si trova: Zone aride e collinari, soprattutto nelle regioni mediterranee.

Consigli di sicurezza

  • Non toccare o raccogliere piante sconosciute, specialmente se presentano colori vivaci o frutti lucidi, spesso un segnale di tossicità.
  • Evitare il consumo di frutti o bacche selvatiche : alcuni frutti velenosi possono sembrare commestibili ma essere letali.
  • Lavarsi le mani dopo ogni contatto con la vegetazione per evitare contaminazioni accidentali, specialmente prima di mangiare.
  • Consultare una guida esperta se si vuole approfondire la conoscenza delle piante del luogo.

Questa classificazione può aiutare a comprendere meglio quali piante evitare con estrema attenzione durante le escursioni.

La prudenza e la consapevolezza sono fondamentali per chiunque pratichi attività outdoor.

Conoscere queste piante è essenziale per chi ama esplorare la natura in sicurezza.

Anche un breve contatto può essere rischioso, quindi è sempre meglio essere cauti e non toccare mai piante sospette.

Buona escursione e occhio a dove mettete i piedi!

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