L’Area protetta di Pietramarina è situata nel comune di Carmignano in Provincia di Prato a pochi chilometri sia del capoluogo stesso a sud ovest sia da Firenze a ovest.
Pietramarina è il nome di una delle vette più alte del Montalbano a cavallo fra il versante di Faltognano-Vitolini e quello opposto di Bacchereto-Verghereto.
Da queste cime è possibile scorgere con la vista fino al Mar Tirreno nonchè la vicina Firenze sul lato opposto.
È sito d’interesse naturalistico per la presenza di agrifogli e lecceti secolari ma la sua storia come luogo di notevole importanza strategica risale al periodo etrusco.
L’origine del nome Pietramarina è ancora poco chiara tuttavia la località era indicata così fin dal tempo di Leonardo: sulla parte alta della pianta cinquecentesca relativa al territorio, si legge che in prossimità delle strade di valico per Bacchereto, il toponimo sasso marino è associato al disegno stilizzato di un masso.
In mezzo al lecceto secolare si scorgono i resti di una poderosa cinta muraria che racchiude un’area di circa tre ettari.
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L’area comincia ad essere frequentata dal VII secolo a.C. ma è solo in età arcaica che comincia a prendere forma un insediamento stabile.
Le recenti indagini archeologiche hanno infatti individuato diversi edifici, un’area sacra e almeno un settore adibito a magazzino coperto con un tetto di tegole sorretto da travi di legno di quercia.
Al suo interno le riserve alimentari erano probabilmente conservate in grossi contenitori in terracotta interrati in genere usati per lo stoccaggio di cereali.
L’abitato era cinto da mura poderose in opera poligonale che raggiungono lo spessore di quasi tre metri.
Il santuario fortificato di Pietramarina presenta una continuità di vita di diversi secoli, fino all’età ellenistica, epoca in cui tutto il sito sembra mostrare tracce di incendi e distruzioni.
Il Masso del Diavolo
Il sasso marino raffigurato sulla pianta dei capitani di Parte Guelfa relativa al territorio di Vitolini, che abbiamo citato prima, ricorda la forma rotondeggiante della formazione rocciosa nota oggi come “Masso del Diavolo”.
Si tratta di un suggestivo affioramento di arenaria modellato dal taglio di una scala rupestre di cui tuttavia non si conosce l’origine.
In prossimità del sasso marino la cartografia tardo-cinquecentesca mostra l’avvio di strade che conducono a Bacchereto situato poco più a nord.
In effetti anche il foglio relativo al popolo della pieve di Bacchereto, sull’altro versante del Montalbano, mostra l’esistenza di una serie di percorsi che superavano il crinale all’altezza del tratto Pietramarina-San Giusto.
Al tempo di Leonardo questo fascio di vie campestri dirette a valle conduceva ad un sito di leonardiana memoria: poco distante dalla città di Vinci, situata alle pendici del Montealbano dalla quale sono note le origini del geniale artista, c’è un luogo col toponimo di Toia.
Toia era infatti il nome della località dove abitava la famiglia della nonna di Leonardo e sulle carte cinquecentesche relative al popolo della pieve di Bacchereto si riconosce nitidamente il disegno di un piccolo gruppo di case che porta questo nome.
Il toponimo Toia è conservato oggi nel nome di una via vicinale punteggiata di case coloniche fra cui anche quella che la tradizione ha identificato con la casa della nonna di Leonardo.
Lungo il percorso e la mappa
Il percorso è circa 10 chilometri.
Lungo il percorso prima di arrivare all’area archeologica di Pietramarina ed al Masso del Diavolo è possibile visitare la suggestiva abbazia romanica di San Giusto a Pinone.
Possibilità di ristoro nel vicino borgo di Carmignano in tipiche osterie. Per il pranzo al “sacco” l’area archeologica di Pietramarina è attrezzata per picnic con vista sulla vallata circostante.
Passato il sito archeologico e scendendo la sommità e possibile scorgere nel poggio di fronte le antenne di Radio Subasio.
Difficoltà E
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