Le Colline Metallifere
Le Colline Metallifere sono una catena collinare situata nella Toscana meridionale, geograficamente collocate tra la Maremma a sud e le Colline del Chianti a nord-est, con il Mar Tirreno che le delimita a ovest.
Questa area, che è particolarmente nota per la sua ricchezza mineraria, ha giocato un ruolo cruciale nella storia economica e culturale della Toscana.
Le Colline Metallifere fanno parte di due importanti aree di conservazione e valorizzazione: il Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane e il Tuscan Mining Geopark, che è riconosciuto dall’UNESCO come Global Geopark.
Il Parco Nazionale delle Colline Metallifere Grossetane è stato istituito per preservare il patrimonio naturale e storico legato all’attività mineraria che ha caratterizzato la regione per secoli.
Grazie al sottosuolo ricco di minerali come piombo, zinco, rame, argento e pirite, hanno alimentato l’attività mineraria già precedentemente all’epoca etrusca, raggiungendo il suo apice nel XIX secolo.
Recenti studi sull’ascia appartenente alla “Mummia del Similaun”, l’eccezionale ritrovamento di un cacciatore di 5300 anni fa sul confine alpino italo-austriaco, hanno stabilito che il rame utilizzato proveniva proprio dalle Colline Metallifere.
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Tuscan Mining Geopark (Geoparco delle Colline Metallifere Toscane) fa parte della rete globale dei Geoparchi dell’UNESCO, riconosciuto per il suo straordinario patrimonio geologico e minerario a livello internazionale.
Il nome “Metallifere” deriva proprio dall’abbondanza dei metalli, che hanno reso l’area un centro di estrazione mineraria di primaria importanza nel corso di molte epoche: possiamo concludere così, nelle Colline Metallifere si scava dalla notte dei tempi.
Le miniere di Poggio Mutti
Poggio Mutti si eleva per 787 ed è situato nel comune di Montieri nelle Colline Metallifere in un’area protetta tra le province di Siena e Grosseto.
I boschi di querce e castagni, insieme alla varietà di fauna locale, fanno di questo luogo un ambiente prezioso per la conservazione della natura.
Il sito di Poggio Mutti è di particolare interesse sia per il suo valore naturalistico, sia per la sua rilevanza storica e geologica come antico sito minerario.
Delle miniere di Poggio Mutti ci sono testimonianze già in epoca etrusca, ma l’evidente periodo di sfruttamento è nel XII-XIII secolo, durante il periodo medievale.
A quel tempo, le Colline Metallifere erano una delle principali aree minerarie della Toscana.
La Repubblica di Siena, che esercitava un forte controllo sulla regione, sfruttò intensamente queste risorse per alimentare la propria economia.
Le miniere erano principalmente utilizzate per l’estrazione di piombo argentifero e rame, metalli fondamentali per la produzione di monete, utensili e armi.
Le miniere medievali di Poggio Mutti erano gestite localmente, spesso sotto il controllo di signori feudali o ordini religiosi.
Nonostante le tecniche estrattive fossero ancora rudimentali, con il tempo si svilupparono metodi più avanzati, come l’uso del lavaggio del minerale per separare il metallo dalle impurità.
Le miniere osservabili all’interno dell’area sono gallerie, alcune delle quali scavate in grotte di origine carsica, trincee e avvallamenti circolari.
Ma anche cave a cielo aperto, “anfiteatri minerari” dove gli strati di calcare Rosso Ammonitico formano delle pieghe suggestive.
Il Rosso Ammonitico del sagrato del Duomo di Siena, proviene dalle cave di poggio Mutti e dalle vicine più a est, Cornate di Gerfalco, l’imponente altura di 1.062 m, da cui il panorama spazia sulla Maremma, l’arcipelago toscano, fino alla Corsica.
La lunga storia mineraria ha lasciato tracce indelebili nel territorio, che oggi offre un importante esempio di come l’uomo abbia interagito con l’ambiente naturale nel corso dei secoli.
Questo sito è un punto di riferimento per chiunque desideri esplorare e comprendere meglio la ricchezza storica e naturale della Toscana.
L’area è ideale per escursioni e attività all’aperto, grazie ai suoi paesaggi suggestivi e alla presenza di sentieri che permettono di osservare sia le bellezze naturali che i resti storici.
Il sentiero ad anello di Poggio Mutti
Prima di entrare nel borgo di Gerfalco (Gr), in prossimità di un’area di sosta e colonnina di ricarica auto elettrica poste a destra, si prende, deviando a sinistra, la strada asfaltata che sale (dopo alcune centinaia di metri sarà su sterro).
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Si prosegue, dopo aver passato una chiesetta lungo strada, fino al km 3,5 passato in discesa un tornante a sinistra.
Prima del tornante a destra, in una piazzola sulla destra sarà possibile lasciare l’auto. Da qui inizia il percorso a piedi.
Passato il tornante in discesa, sulla sinistra parte uno dei sentieri per Poggio Mutti, che in questo caso verrà fatto solo in fase di ritorno.
Proseguendo sulla strada bianca che conduce al castello di Fosini, dopo 400 metri si prende il sentiero 10 che sale a sinistra.
Da li a poco, nel bosco ai margini del sentiero a valle, è possibile scorgere antichi scavi minerari.
Una delle caratteristiche, rilevabile in questa prima parte del sentiero, è la presenza nelle aree rupestri del Diaspro, una roccia sedimentaria composta da quarzo, e contenente alcune impurità, come composti di ferro, che conferiscono alla roccia vivaci colorazioni.
Questa pietra è stata la risorsa base per i primitivi di epoche remote, per la costruzione di strumenti da lavoro, di cuspidi di frecce e lance, successivamente sostituiti in metallo con l’avvento del rame e poi del bronzo.
Arrivati ad un primo crocevia di prosegue dritto tenendo la destra fino ad arrivare ad una piazzola (al km 4,6) dove un sentiero a destra attraversa il bosco e conduce in pochi minuti ad un terrazzino che si affaccia sulla gola sottostante (da fare attenzione a non sporgersi dalle rocce perchè esposte).
Qui la vista panoramica sul castello di Fosini che si affaccia sulla rupe è mozzafiato!
Ritornati nei propri passi fino al crocevia (al km 4,3) ci sino due opzioni di percorso.
La prima opzione è una variante più breve (difficoltà T): tenendo il sentiero a sinistra, si sale verso la sommità del poggio.
L’altra possibilità, si prende il sentiero a destra (difficoltà E): seguendo la segnaletica specifica, conduce ad altre testimonianze di antiche lavorazioni minerarie.
Da fare attenzione: il sentiero attraversa affioramenti rocciosi sul terreno di facile passaggio ma la traccia certe volte non è evidente quindi va seguita con attenzione la segnaletica.
Continuando su questo tratto il sentiero andrà a collegarsi alla variante più breve.
Un volta discesi ed il sentiero si fa pianeggiante si arriva ad una bellissima cava dove è possibile osservare le “pieghe” di calcare Rosso Ammonitico.
Poco più avanti, un breve deviazione a sinistra, porta alla Miniera di Calcite Nera, dove oltrepassato a carponi lo stretto ingresso nella roccia carsica, si accede ad un ambiente ipogeo più ampio e suggestivo, che si sviluppa per alcune decine di metri.
Naturalmente la visita alla grotta mineraria necessita di un impianto di illuminazione e meglio avere anche un caschetto di sicurezza.
Importante anche accompagnati da una guida se non si esperti di ambienti sotterranei.
Ritornati sul sentiero e proseguendo in discesa dopo 500 m circa si conclude l’escursione.
Queste sono solo alcune testimonianze minerarie di Poggio Mutti.
Altre realtà, come pozzi di notevole profondità, sono posti nell’area boschiva ma per ovvie ragioni di sicurezza, non vi sono sentieri segnati che vi conducono.
E’ consigliabile rimanere sempre nei sentieri principali se non accompagnati da guide del luogo.
Partenza | Parcheggio lungo la strada bianca Ⓟ |
Distanza | 3,2 km (anello) ⇔ |
Tempo | 1/2 h ◔ |
Dislivello in salita | 114 m ⇑ |
Dislivello in discesa | 114 m ⇓ |
Quota massima | 793 m ▲ |
Quota minima | 686 m ▼ |
Sentieri | 10 ↝ |
Difficoltà | E / E+ in caso di escursione in grotta è necessaria illuminazione e caschetto di sicurezza |
Ascent/Descent: 158 m 158 m
| Distance: 3.22 km |
File GPX:
Ringraziamenti
Ufficio Turistico del Comune di Montieri
Simone Negrini, guida di 75a Avventura
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