«E sotto i piedi un lago che, per gielo, avea di vetro e non d’acqua sembiante, …Che se Tambernicchi vi fosse sù caduto o Pietrapana, non avria pur dall’orlo fatto cricchi.» (Canto XXXII dell’Inferno)
Dante per indicare lo spessore dello strato di ghiaccio nel quale sono rinchiusi fino alla testa i traditori, afferma che il ghiaccio non si sarebbe spezzato nemmeno facendoci precipitare sopra il Monte Tambura e la Pania della Croce.
Il Monte Tambura con una elevazione di 1.895 metri fa parte del comprensorio del Parco naturale regionale delle Alpi Apuane tra la Provincia di Lucca e la Provincia di Massa e Carrara.
Per la sua altitudine è la seconda montagna della catena delle Alpi Apuane dopo il monte Pisanino.
Per raggiungere la cima dal lato della costa del mar Tirreno abbiamo scelto di partire da Resceto, frazione del comune di Massa che si trova a 465 metri di altitudine.
Da qui inizia il sentiero del CAI 35 che corrisponde l’antica Via Vandelli: un capolavoro di ingegneria civile del Settecento realizzato dall’Abate Vandelli che conduceva fino a Modena.
La Via sale costantemente su tratti ancora lastricati e dopo 900 metri di dislivello arriva alla Finestra Vandelli dove una deviazione a destra conduce al rifugio Nello Conti.
Fatti altri 200 metri circa di dislivello la Via Vandelli arriva al passo della Tambura dove poco più avanti il sentiero 148, che si inerpica fino alla cresta aerea, condurrà alla vetta a quota 1.890 metri.
Dalla cima il panorama su tutto il complesso delle Apuane ed il mare a sud-ovest è mozzafiato.
Il percorso richiede un buona preparazione per il grande dislivello di quasi 1.365 metri in circa 6,4 chilometri impiegando mediamente 5 ore di escursione.
La Via Vandelli
La Via Vandelli voluta dal Duca Francesco III d’Este collegava il Ducato di Modena a Massa.
Il Ducato di Modena e Reggio aveva infatti l’esigenza politica strategica e commerciale di avere un accesso sicuro al mare e tutto questo fu fattibile nel 1741 dopo il matrimonio tra il figlio del Duca Frandesco III d’Este con Teresa Cybo-Malaspina, erede del ducato di Massa.
L’abate ingegnere di corte Domenico Vandelli fu incaricato di progettare un tracciato stradale che fosse all’avanguardia per percorre un ambiente montano ripido ed impervio attraverso l’Appennino e poi attraverso le Alpi Apuane.
Oggi la strada si presenta in molti tratti ancora oggi perfettamente agibile grazie alla tecnica di costruzione impiegata: massicciate in pietra realizzate a secco che nel tempo hanno superato le infiltrazioni degli agenti atmosferici e le scosse sismiche.
Il percorso
Partenza | Resceto Ⓟ |
Distanza | 12,8 km (andata e ritorno) ⇔ |
Tempo | 7 h ◔ |
Dislivello in salita | 1.368 m ⇑ |
Dislivello in discesa | 1.378 m ⇓ |
Quota massima | 1.890 m ▲ |
Quota minima | 512 m ▼ |
Sentieri | CAI 35 (Via Vandelli), CAI 148 ↝ |
Difficoltà | EE |
Ascent/Descent: 1646 m 1646 m
| Distance: 12.75 km |
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